Dal racconto di un ex dipendente la nuova possibile svolta nelle indagini sull’incidente del Mottarone: nel 2019 l’uomo avrebbe segnalato problemi alla cabina numero 3. Sarebbe stato minacciato di licenziamento.
Nuova possibile svolta nell’inchiesta sulla tragedia della funivia del Mottarone: stando a quanto emerso, un dipendente dell’impianto avrebbe segnalato ai responsabili i problemi alla cabina ma sarebbe stato minacciato di licenziamento. Un elemento questo che potrebbe far cadere alcuni punti dell’impianto difensivo di alcuni indagati.
#Funivia #Mottarone, avviate #oggi #28settembre dai #vigilidelfuoco le operazioni preparatorie per il recupero dei resti della cabina precipitata il 23 maggio pic.twitter.com/7lcBgqu1vP
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) September 28, 2021
Funivia Mottarone, un dipendente avrebbe segnalato problemi nel 2019. Fu minacciato di licenziamento
La notizia è emersa solo a fine settembre ma sarebbe a disposizione degli inquirenti da inizio giugno. A raccontare la vicenda, come riferito da il TG3, sarebbe stato un ex dipendente della società che gestisce l’impianto. L’uomo ha raccontato agli inquirenti di aver segnalato, due anni prima del tragico incidente, dei problemi alla cabina. E si tratterebbe della stessa cabina tragicamente precipitata nel vuoto.
Come racconta il TG3, l’ex dipendente nel 2019 ha segnalato ai responsabili alcuni problemi legati al funzionamento della cabina numero 3. Nello specifico l’operatore ha riscontrato perdite di olio dalla centralina dei freni di emergenza. L’uomo racconta di aver riportato il tutto a Tafini, il capo servizio. La segnalazione è stata fatta anche per annotare sul registro il problema riscontrato. Cosa che però non ha potuto fare, in quanto gli sarebbe stato impedito.
Ma non è tutto. L’ex dipendente racconta anche che Luigi Nerini, gestore della funivia in questione, avrebbe minacciato di licenziarlo.
L’indagine
Al momento sono 14 gli indagati per il tragico incidente della funivia del Mottarone. Tra gli indagati ci sono anche Tadini e Nerini, oltre ad Enrico Perocchio. Indagati anche Seeber Anton e Martin Leitner, della società Leitner.